Nasce OtoResidency, la residenza d’artista digitale di Oto Lab

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OTO Residency

Da lunedì 11 maggio fino a domenica 5 luglio fotografi, artisti e creativi protagonisti sulle pagine Facebook e Instagram dello spazio eventi di Lecco.

Cinque fotografi, un artista, una graphic designer e un designer di eventi. Saranno loro i protagonisti di OtoResidency, iniziativa promossa dallo spazio per eventi Oto Lab di Lecco. Come in una “residenza d’artista” digitale, i canali social dello spazio ospiteranno dall’11 maggio fino al 5 luglio 2020 il racconto del percorso di otto talenti lecchesi: Beatrice Mazzucchi (fotografa, dall’11 al 17 maggio), Nicolò Tomaini (artista, dal 18 al 24 maggio), Pietro Sala (fotografo, dal 25 al 31 maggio), Giuseppe Villa (designer di eventi, dall’1 al 7 giugno), Federico Wilhelm (fotografo, dall’8 al 14 giugno) Anna Rimoldi (graphic designer, dal 15 al 21 giugno), Tobia Scandolara (fotografo, dal 22 al 28 giugno) e Marina Gallandra (dal 29 giugno al 5 luglio).

Tutti loro, in qualche modo, sono già legati allo spazio di Rancio, che da due anni, al termine di un importante intervento di riqualificazione, ha riaperto le porte con la nuova veste di spazio per eventi. «Due anni fa, esattamente il 4 maggio 2018, inauguravamo Oto Lab avendo come obiettivo quello di dar vita ad un progetto che valorizzasse un luogo legato alla tradizione forse più importante del nostro territorio, quella della lavorazione del ferro, con una chiave inedita e in linea con le nuove esigenze economiche e sociali – sottolinea l’architetto Giovanni Rusconi, responsabile del progetto Oto Lab -. È nato così uno spazio laboratorio, destinazione suggerita anche dal nome scelto, Oto Lab, che ha avuto da subito come interlocutori principali artisti e creativi della città, i primi a cogliere il grande potenziale di un ex spazio industriale come il nostro. In questi due anni il crescente riscontro raccolto ci ha convinti a continuare ad investire su questo progetto, convinzione che portiamo avanti anche in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo e che ha azzerato, almeno per il momento, la possibilità di fare qualunque evento».

Nonostante le difficoltà, è tanta la voglia di ripartire, così è nata l’idea di utilizzare i canali social, solitamente al servizio della promozione degli eventi e della comunicazione, per una nuova tipologia di progetto. «Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile abbiamo cominciato a interrogarci su cosa fare per tenere vivo l’interesse per lo spazio da parte della nutrita community che in questi due anni si è sviluppa, offline e online, attorno alle attività che promuoviamo e ospitiamo – racconta Rosa Valsecchi, responsabile eventi e comunicazione di Oto Lab -. L’idea era quella di provare a guardare al futuro partendo da quanto è già stato fatto e abbiamo quindi deciso di puntaresul connubio che ha sempre fatto emergere il lato migliore di Oto Lab, quello con la ricerca fotografica, artistica e con la creatività in generale». Questa volta però non saranno le pareti incrostate di storia dello spazio ad ospitare le opere e i lavori degli “artisti residenti”, ma il muro digitale dei social, che si riempirà per otto settimane di tante cose belle. «Un ringraziamento speciale va innanzitutto agli otto protagonisti di OtoResidency: la fiducia con cui hanno accolto subito la nostra proposta certifica la qualità del lavoro svolto in questi due anni. Un riconoscimento prezioso e non scontato in un momento come questo».

Si parte lunedì 11 maggio con la prima “residente” di OtoResidency, la fotografa Beatrice Mazzucchi, che proporrà degli scatti tratti dal reportage realizzato fra i detenuti dell’isola di Pianosa, lavoro al centro della fortunata mostra “Mani Libere. L’isola del riscatto: la pena come valore rieducativo” allestita a Oto Lab lo scorso novembre. «Ognuno di loro sarà “residente” sul nostro profilo Instagram e sulla nostra pagina Facebook per una settimana, proponendo un concentrato in tre post del proprio lavoro. Attraverso le stories – conclude Rosa Valsecchi- sarà possibile fare approfondimenti, soddisfare qualche curiosità, porre domande e interagire, con l’augurio di coinvolgere e interessare un numero sempre più ampio di persone».

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