Il secondo Raggruppamento Alpini al raduno nella città dei Promessi Sposi

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La Città di Lecco ospiterà, da venerdì 21 a domenica 23 ottobre, il raduno del 2° Raggruppamento Alpini.

Lecco – Dopo l’apertura della Cittadella degli Alpini in piazza Garibaldi, dove sarà allestita anche un’esposizione di mezzi storici militari Moto Guzzi, il programma continuerà venerdì 21 alle 18:30 nella cripta del santuario di Nostra Signora della Vittoria con la cerimonia d’Onore ai Caduti. Sabato 22, a partire dalle 15, le delegazioni alpine percorreranno il lungolago di Lecco da piazza Stoppani fino al monumento dei Caduti, per poi ritornare, sempre dal lungolario Cadorna, verso piazza Cermenati e raggiungere la Basilica di San Nicolò, dove alle 17 sarà officiata la Santa Messa. La giornata si concluderà con l’esibizione di Fanfare e Cori per le vie cittadine in programma a partire dalle 20.

Il gran finale di domenica 23 ottobre prevede l’ammassamento delle sezioni e dei gruppi alla Piccola (e delle fanfare in via Ghislanzoni) a partire dalle 8:30, gli onori ai Gonfaloni e al Labaro dell’ANA e i saluti delle autorità. La sfilata del 2° Raggruppamento ANA partirà alle 10: il corteo attraverserà la città sino a transitare di fronte alla tribuna d’onore allestita in piazza Cermenati, per poi percorrere il lungolago di Lecco e terminare in viale Costituzione.

Nell’ immagine la locandina con il programma degli eventi


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MARIO SIRONI Un racconto dal grande Collezionismo italiano

16 Settembre 2022 – 8 Gennaio 2023

Abano Terme PD, Museo Villa Bassi Rathgeb

Per la prima volta si possono ammirare opere dell’artista provenienti da collezioni privare, disegni manifesti e dipinti che raccontano il paese dall’inizio del secolo al dopoguerra negli anni ’60.

Esposta la primissima opera di un giovane Mario Sironi ancora 15enne nel 1900, un piccolo olio raffigurante un paesaggio, fino ad arrivare a una delle ultime opere il Giudizio Universale.

70 opere esposte negli spazi su tre piani di Villa Bassi da poter ammirare fino all’8 Gennaio 2023.

Gabriele Ardemagni

C.S.

Il Museo Villa Bassi Rathgeb riapre le sue porte alla grande arte del secolo scorso. 

CoopCulture e il Comune di Abano Terme  in collaborazione con la Galleria 56 di Bologna portano nel Museo aponense il frutto del lavoro svolto in tanti anni da Estemio e Alan Serri della Galleria 56 con clienti, collezionisti e amici, ovvero un corpus di opere uniche che compongono un racconto completo dedicato al maestro:

Mario Sironi, un racconto dal grande collezionismo italiano” (dal 16 settembre 2022 all’8 gennaio2023).

Il nostro desiderio è raccontare l’uomo, il suo impegno sociale, la sua sagacia critica, la sua perspicacia nella satira politica

spiega Chiara Marangoni, coordinatore del Museo Villa Bassi Rathgeb e curatrice dell’esposizione assieme ad Alan Serri

un grande illustratore e un grande pittore.

In mostra avremo l’occasione imperdibile di ammirare opere anche inedite, mai esposte prima.

Dal chiaro intento antologico, “Mario Sironi, un racconto dal grande collezionismo italiano”, ripercorre la lunga e per alcuni controversa carriera artistica dell’artista:

dal piccolo olio, dedicato a un paesaggio del 1900, opera di un Sironi giovanissimo appena quindicenne, fino alle ultime opere di una maturità dolorosa, tra cui il Giudizio Universale degli anni ’60 che chiude il percorso espositivo.

Una sorta d’inventario dell’anima, tratteggiato dal susseguirsi delle opere dei grandi collezionisti italiani che hanno amato, di Sironi, l’innovazione poderosa e il silenzioso, conscio volume, che rende l’artista così lontano,

nei risultati, dal guizzo futurista delle origini, così sordo persino ai richiami della propaganda fascista (di cui viene ritenuto spesso l’alfiere).

Anche la sua adesione assoluta al fascismo si rivela infatti, nella resa artistica, un parziale fraintendimento:

a Sironi interessa realizzare un’arte sociale che tutti possano comprendere ed apprezzare come segno di un’Italia che si fa valere, che recupera una sua credibilità

Attraverso i dipinti esposti, espressione della personalità multiforme, ma sempre coerente del maestro, la mostra di Abano ci accompagna nella storia di un impeto sentimentale e sociale che ritiene di trovare una struttura, aderendo all’ideologia.

Ma non solo, Nelle tele, nelle città deserte di una solitudine solida e disperata (che mal s’attagliano al mito dell’Italia di regime), così come nelle composizioni del dopoguerra (significativa la Madonna col bambino del 1956),

ciò che emerge è il lirismo di Sironi, una poesia disperata, come di chi ha attraversato l’inferno e visto crollare ogni ideale, tutta racchiusa nell’opera Due Figure (1955), scelta come immagine guida dell’esposizione (un olio su tela dell’ultimo periodo dell’artista, finalmente libero di esprimere lontananze), ma presente, come dimensione intima e segreta ancor prima che maestosa, nell’intero percorso umano e professionale di Sironi.

È la crepa, è la malinconia che prende il sopravvento sulla retorica.

Lo testimoniano le oltre settanta opere che animano il percorso espositivo che si dipana nelle sale del Museo,

dialogando in un intrecciarsi di epoche e stili diversi, con gli affreschi e i pezzi della collezione permanente di Villa Bassi.

Esposti inoltre due studi preparatori per la decorazione murale Venezia,

l’Italia e gli Studi che Sironi realizza per l’Aula Baratto di Ca’ Foscari tra il 1935 e il 1936.

Ed è proprio l’Università di Cà Foscari in collaborazione con il Museo a proporre visite guidate e  video-approfondimenti sull’affresco.

A corollario della mostra un ricco carnet di laboratori didattici

– presentati da CoopCulture insieme all’ Assessore alla Cultura Michela Allocca e curati dallo staff di educatori del Museo Villa Bassi Rathgeb –

rivolti agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado che permetteranno ai bambini e ai ragazzi di sperimentare la propria manualità e creatività, seguendo percorsi che intrecciano  musica, lettura e pittura.

INFORMAZIONI UTILI

Ufficio Stampa:

Artemide PR by Stefania Bertelli

339 6193818

stefania.bertelli@artemidepr.it

www.artemidepr.it

I PITTORI DI POMPEI

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23 Settembre 2022 – 19 Marzo 2023

Bologna, Museo Civico Archeologico

Nel 1748 durante degli scavi voluti da Carlo III di Borbone, che cercava Stabia, ritorna alla luce Pompei dopo quasi 1700 anni sotto a lava e ceneri solidificate.

Molti degli affreschi vennero staccati e portati a Napoli per finire successivamente nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, oltre 100 tra affreschi e reperti possiamo ammirarli in una mostra allestita al Museo Archeologico di Bologna in un allestimento accattivante e ricco di attività didattiche e ricostruzioni video in 3D.

Gabriele Ardemagni

Mostra a cura di Mario Grimaldi
Promossa da Comune di Bologna con Museo Archeologico Nazionale di Napoli Prodotta da MondoMostre

Bologna, 21 giugno 2022 – Si apre il 23 settembre 2022 al Museo Civico Archeologico di Bologna I Pittori di Pompei, una delle mostre più attese della stagione espositiva autunnale in Italia che resterà visibile fino al 19 marzo 2023.

Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre, l’esposizione è resa possibile da un accordo di collaborazione culturale e scientifica tra Comune di Bologna | Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il prestito eccezionale di oltre 100 opere di epoca romana appartenenti alla collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo.

La mostra I Pittori di Pompei proporrà infine la ricostruzione di interi ambienti pompeiani come quelli della Casa di Giasone e, ancora di più della straordinaria domus di Meleagro con i suoi grandi affreschi con rilievi a stucco, per raccontare il rapporto tra spazio e decorazione, frutto della condivisione di scelte, e di messaggi da trasmettere, tra i pictores e i loro committenti.

In occasione dell’esposizione sarà proposta una ricca offerta didattica rivolta non solo alle scuole di ogni ordine e grado ma anche alle famiglie e al pubblico adulto.

INFORMAZIONI UTILI

Ufficio Stampa: Studio ESSECI Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net tel. 049 663499.
www.studioesseci.net

Manifestazioni Zootecniche Valsassinesi – 95° edizione – Dal 23 al 25 settembre2022

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Si terranno nelle giornate del 23, 24 e 25 settembre le tradizionali Manifestazioni Zootecniche Valsassinesi – Giunte alla 95° edizione – che da anni rappresentano un significativo punto di incontro per tutti gli operatori del settore agricolo provenienti da diverse realtà territoriali, a dimostrazione di un interesse sempre crescente nel tempo per un’attività ritenuta “di nicchia” e ormai esercitata da pochi.

Pasturo – Si terranno nelle giornate del 23, 24 e 25 settembre le tradizionali Manifestazioni Zootecniche Valsassinesi – Giunte alla 95° edizione – che da anni rappresentano un significativo punto di incontro per tutti gli operatori del settore agricolo provenienti da diverse realtà territoriali, a dimostrazione di un interesse sempre crescente nel tempo per un’attività ritenuta “di nicchia” e ormai esercitata da pochi.

La Cooperativa di Comunità della Valsassina e della Montagna Lecchese, in prima linea nell’organizzazione, propone, a corollario dalla tradizionale Mostra Interprovinciale dei Bovini di Razza Bruna, un ricchissimo programma di attività ed eventi.

Per maggiori dettagli eventi@valsassina.it

Nelle immagini la locandina con il programma degli eventi


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MODA E PUBBLICITÁ IN ITALIA. 1850-1950

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La nascita della MODA E PUBBLICITÁ in Italia raccontata attraverso 150 affascinanti opere da fine Ottocento a metà Novecento. A cura di Dario Cimorelli, Eugenia Paulicelli, Stefano Roffi. 

10 Settembre 2022 – 11 Dicembre 2022

Mamiano di Traversetolo – Parma, Fondazione Magnani-Rocca

Gabriele Ardemagni

Mamiano di Traversetolo PR – Il ciclo di mostre iniziato nella villa di Luigi Magnani con PUBBLICITÁ la nascita della comunicazione moderna 1890 – 1957 e proseguita con la seconda CAROSELLO pubblicità e televisione 1957-1977, giunge al suo terzo capitolo:

MODA E PUBBLICITÁ IN ITALIA. 1850-1950.

Ogni anno la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo Parma propone due mostre, (oltre alla collezione privata sempre visitabile sui due piani della villa),

quest’anno dopo la monografica “Ritratto” di Lucio Fontana è la volta del terzo capitolo delle mostre dedicate alle pubblicità in Italia.

Le opere resteranno esposte per un periodo di tre mesi data la delicatezza di molte soprattutto le più antiche, sono cartelloni pubblicitari realizzati per durare un breve tempo.

MODA E PUBBLICITÁ sono parte dell’immaginario collettivo di un intero Paese, di un sentire, guardare e inventare il mondo. La mostra indaga come l’affermarsi dei grandi magazzini risponda alle richieste di una società nuova che aspira a potersi rappresentare, una società figlia della rivoluzione industriale che trova negli abiti e negli oggetti, i testimoni della propria esistenza e delle proprie diversità.

Uno sviluppo, quello dei nuovi centri del consumo, che cambia scala per dimensione e velocità: dalle tradizionali piccole botteghe dove si modellava e cuciva l’abito su misura, nasce il grande magazzino, la clientela entra in edifici lussureggianti che traboccano di merci e può scegliere liberamente trovando, accanto all’abito su misura, il prêt-à-porter e, in base alle disponibilità, compone il suo corredo.

Luoghi accoglienti, sfarzosi ma non troppo, dove i prezzi sono sempre esposti, dove le offerte di merci offrono possibilità di acquisto per tutte le tasche, e dove regali piccoli e grandi vengono offerti a profusione, allo scopo di fidelizzare la clientela.

E proprio la fedeltà della clientela è uno dei crucci dei nuovi imprenditori, perché tra grandi magazzini la concorrenza è serrata: accuse di imitazione, ricerca di slogan a effetto, creazione, produzione e utilizzo di ogni strumento promozionale, dai manifesti, ai cataloghi illustrati, alle cartoline, ai depliant, alle inserzioni sui giornali.

Ogni esercizio commerciale studia la propria strategia promozionale e la declina sui diversi mezzi di comunicazione dove propone quanto artisti e illustratori ideavano, interpretando i linguaggi del costume e della società italiana in un periodo di creatività senza precedenti. 

La moda in scena alla Villa dei Capolavori – Nei saloni contigui a quelli che ospitano permanentemente opere capitali di Tiziano, Dürer, Van Dyck, Goya, Canova, Renoir, Monet, Cézanne, Morandi e molti altri, alla Fondazione Magnani-Rocca – la celebre Villa dei Capolavori a Mamiano di Traversetolo, presso Parma – dal 10 settembre all’11 dicembre 2022 viene illustrata la nascita della moda in Italia, grazie agli strumenti di comunicazione che l’hanno supportata, dai manifesti alle riviste, ai cataloghi dei grandi magazzini, in un arco cronologico che inizia nell’Ottocento e prosegue fino a metà Novecento.

Di grande importanza è il ruolo del cinema nello sviluppo e comunicazione della moda sin dal suo avvento, ricostruito all’interno dell’esposizione e nel catalogo.
Costituita da circa 150 opere, la mostra è realizzata grazie alla collaborazione speciale con la Direzione Regionale Musei Veneto – Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, oltre alla Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” – Castello Sforzesco – Milano, e al Museo e Real Bosco di Capodimonte. È resa possibile grazie al contributo di Fondazione Cariparma e Crédit Agricole Italia. 

La moda attraverso la pubblicità si fa sogno collettivo: dalle misteriose dame fin de siècle proposte da Aleardo Villa, Leopoldo Metlicovitz, Marcello Dudovich nei manifesti dei Magazzini Mele, la cui sontuosa eleganza riflette le ambizioni di una nuova classe borghese in crescente ascesa, alle sottili, diafane “donne-crisi” degli anni Venti, che vogliono vedersi finalmente liberate dalla schiavitù dei corsetti e delle stecche di balena, fino alla vigorosa, sportiva e dinamica donna moderna, quale tratteggiata dallo stesso Dudovich nelle pubblicità degli anni Trenta per La Rinascente.

Agli inizi del Novecento le lotte femminili per la conquista di maggiore indipendenza incidono sulla lunghezza delle gonne, sul taglio dei capelli, sui gesti, sul linguaggio del corpo, come incideranno le limitazioni dettate dalle sanzioni economiche all’Italia, a seguito della sua politica coloniale, alla fine degli anni Trenta, dando origine a nuove regole, nuovi vincoli di “decoro” e all’uso di materiali autarchici.

In questo arco di tempo, la moda, le mode, diventano, attraverso i manifesti, figurazione immediata di uno status e lo specchio nel quale si riflettono rapidissimi cambiamenti sociali ed economici, umori, tendenze, capricci, sogni.

Tra il XIX e il XX secolo due fattori concorrono allo sviluppo del mercato dell’abbigliamento: “il farsi avanti, con la seconda rivoluzione industriale, di nuove parti sociali che ambiscono a partecipare e a rimarcare il proprio ruolo sul palcoscenico della società, e la nascita conseguente di una nuova forma di offerta al consumo, i grandi magazzini, nati in Francia e diffusi in breve tempo in Italia così come in tutta Europa e negli Stati Uniti” afferma Dario Cimorelli. 

“La competizione tra i grandi magazzini è agguerrita e ogni mezzo, ogni idea, ogni novità è occasione per catturare e fidelizzare la clientela. Il manifesto, in quanto più grande, più evidente, è lo strumento che dalla fine dell’Ottocento ai primi anni Cinquanta tappezzerà i muri delle città costruendo modelli e quindi mondi e modi di partecipazione e rappresentazione.

Da Mele a Miccio a Napoli, dall’Unione Cooperativa a La Rinascente a Milano, a Zingone a Roma, ogni magazzino si propone attraverso la pubblicità, così come le aziende di accessori – dai cappelli ai guanti alle calzature.

La mostra racconta questo particolare mondo nascente della comunicazione presentando circa 100 grandi manifesti, la gran parte restaurati per l’occasione e mai esposti al pubblico dal tempo della loro realizzazione, soffermandosi anche su due casi unici che distinguono l’Italia da qualunque paese al mondo:

la comunicazione dei Magazzini Mele di Napoli, la più imponente, capillare, ricca attività di promozione mai realizzata, che inizia nel 1889 e prosegue fino al secondo decennio del XX secolo, e la comunicazione de La Rinascente a Milano, che sceglie Marcello Dudovich come illustratore principale dal 1921 al 1956, mantenendo così una coerenza stilistica unica e irripetibile”, aggiunge Stefano Roffi.

“Fino agli anni Venti del Novecento la moda femminile era stata fondamentalmente francese, mentre l’Inghilterra era il riferimento per quella maschile. Ma questo non significa che non esistesse l’idea e il progetto di creare una moda italiana. Questo filo attraversa le riviste dell’Ottocento in Italia fino a legarsi al patriottismo dopo il periodo dell’unificazione nazionale.

Infatti all’inizio del secolo questa traccia acquista una grande visibilità con il lavoro pionieristico di Rosa Genoni che dalle pagine di riviste femminili lancia il progetto di una moda nazionale come “pura arte italiana” che, svincolata dalla sudditanza ai francesi, sapesse trarre ispirazione dal mondo classico e dai capolavori del Rinascimento, coniugando artigianato e industria.

Successivamente, nel corso del ventennio fascista, si andrà costruendo un profilo di moda nazionale (i Saloni a Torino, l’Ente Nazionale Moda fondato nel 1935, etc.) che fu la base di quel che sarebbe diventata la grande moda italiana a partire dal dopoguerra”, annota Eugenia Paulicelli, Professoressa ordinaria e fondatrice della specializzazione di “Fashion Studies” presso il Graduate Center e il Queens College della City University di New York (CUNY).

INFORMAZIONI UTILI

Ufficio Stampa: Studio ESSECI Sergio Campagnolo
Rif. Simone Raddi simone@studioesseci.net tel. 049 663499.
Cartella stampa e immagini: www.studioesseci.net

Link http://www.magnanirocca.it

PER LE GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO: LA VALSASSINA C’E’.

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SABATO 24 SETTEMBRE: QUATTRO APERTURE STRAORDINARIE CON VISITE GUIDATE A BARZIO, CREMENO, PRIMALUNA E TACENO.

La Valsassina non mancherà all’appuntamento con le Giornate Europee del Patrimonio di
sabato 24 settembre. Grazie alla collaborazione tra le associazioni culturali del territorio
La Fucina e Amici della Torre, le parrocchie, le amministrazioni locali e gli operatori
economici come Banca della Valsassina e Pavoni Snc vengono organizzate quattro
aperture straordinarie di luoghi della cultura per riscoprire le ricchezze artistiche della
nostra Valle.
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Ecco il programma: dalle 10 alle 12.30 a Cremeno, nella sala assemblee della Banca della Valsassina (via
XXV Aprile 16/18), sarà possibile visitare per la prima volta la collezione d’arte
dell’istituto di credito cooperativo, ed in particolare opere di primari pittori lombardi del
primo Novecento legati al territorio valsassinese come i Todeschini di Cortenova e
Riccardo Galli, che trascorse l’ultima fase della sua vita a Barzio. Per meglio inquadrare
le opere, oltre ad un apparato didascalico appositamente realizzato, per l’occasione
vengono esposti dipinti, grafiche e documenti inediti provenienti da collezioni private. Ad
accompagnare i visitatori sarà Federico Oriani dell’associazione culturale La Fucina.
Al pomeriggio, alle 15, appuntamento a Barzio per l’apertura straordinaria della scuola
dell’infanzia di via Milano 19 dove è conservata la grandiosa pala de “Il riposo durante la
fuga in Egitto”, opera dipinta nel 1880 da Francesco Grandi
, attivo anche ai Musei
Vaticani. In programma una visita guidata della durata di 30 minuti con Federico Oriani.
Alle 17 ci si sposta poi a Primaluna, in piazza IV novembre, per la visita guidata al Borgo
e alla Torre medievale
a cura di Marco Sampietro dell’associazione Amici della Torre.
Primaluna conserva al proprio centro un borgo medievale con tanto di resti di torre
(accessibile per l’occasione), chiesa plebana e case con portali di diverse epoche e
stemmi di famiglie, specialmente dei Cattaneo della Torre che hanno avuto un ruolo
storico importante.
Durante il pomeriggio, dalle 15.30 alle 17.30, apertura straordinaria dell’antico maglio
idraulico Pavoni di via Manzoni a Taceno
per scoprire, accompagnati dagli ultimi artigiani
che hanno utilizzato fino a pochi anni fa, questi impianti risalenti ai primi anni
dell’Ottocento per la produzione di oggetti in rame.
Tutte le iniziative sono gratuite – spiega Oriani, coordinatore dell’iniziativa in Valsassina
– così come è a titolo volontaristico l’impegno di guide e enti. La giornata è strutturata in
modo tale che sia possibile, per chi volesse, partecipare a tutte le aperture. Non è
necessaria alcuna prenotazione, tuttavia sarà necessario indossare la mascherina negli
spazi al chiuso
“.
Le Giornate Europee del Patrimonio costituiscono il più partecipato degli eventi culturali
in Europa, promosso dal 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea. Lo
scopo della manifestazione è far apprezzare e conoscere a tutti i cittadini il patrimonio
culturale condiviso e incoraggiare la partecipazione attiva per la sua salvaguardia e
trasmissione alle nuove generazioni.
La Giornata Europea del Patrimonio in Valsassina è realizzata da La Fucina – associazione
culturale APS
e dagli Amici della Torre di Primaluna – associazione culturale, grazie alla
disponibilità della Banca della Valsassina, di Pavoni Snc, della Comunità Pastorale Maria
Regina dei Monti, e del Comune di Primaluna e alla collaborazione del Comune di
Cremeno e della Biblioteca Civica Uberto Pozzoli di Lecco

Tutte le informazioni sulla locandina – Per informazioni e contatti: lafucinaac@gmail.com – www.facebook.com/LaFucinaAC

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GLI ALPINI DI PASTURO FESTEGGIANO I LORO 90 ANNI

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Per il novantesimo di fondazione, il gruppo A.N.A. di Pasturo festeggia con un concerto di cori.

Pasturo – Dopo la Messa celebrata alla Chiesa di Cornisella di ieri, per il 65° anniversario di consacrazione, il gruppo degli Alpini di Pasturo ha organizzato, ieri sera, presso la Parrocchia, un concerto di cori alpini a cui hanno partecipato i cori A.N.A, di Milano e Lecco. Oggi, 11 settembre giornata piena con le sfilate per le vie del paese, gli onori ai caduti. La celebrazione della Santa Messa e conclusione con il rancio alpino.

Tutte le informazioni sulla locandina

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NICOLA BIZZARRI INTERPRETA “GLI AMANTI SOMMERSI” DAL BEST SELLER DI MATTIA CONTI IL 2 SETTEMBRE A MOLTENO

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L’astro nascente del teatro lecchese, Nicola Bizzarri con la sua scuola di recitazione “Stendhart” porta in scena l’ultimo successo editoriale di Mattia Conti: “Gli amanti sommersi” sul palco del Teatro di Molteno, il prossimo 2 settembre.

Barzio – Il Corpo musicale Santa Cecilia di Barzio è pronto a scendere in piazza per il Concerto di Ferragosto.

Un viaggio emotivo in un futuro prossimo, che comunica con un passato che appartiene a tutti noi. Nicola Bizzarri, in scena, è un “dinosauro”, ovvero un partigiano di domani che si oppone a un regime oppressivo e ipertecnologico. Rifiutando ogni forma di tecnologia e combattendo come nel passato, riesce a portare avanti una nuova Resistenza. E a raccontarci la storia di Marzio e Giovanna, ribelli come lui, pronti a lottare per la libertà.

Sullo sfondo, una vicenda vera, incredibilmente simile: quella dei partigiani Gianna e Neri, protagonisti dell’arresto di Mussolini, traditi da alcuni dei loro compagni di lotta. La Storia sembra ripetersi di nuovo, come in un cerchio che si chiude. Riusciranno i protagonisti a trovare una strada per la salvezza?

A costruire le atmosfere di questo mondo sospeso tra ieri e domani, le musiche dal vivo di Sara Velardo, composte per lo spettacolo, giocando sul contrasto di sonorità classiche e futuristiche.

Sara e Nicola, diretti da Mattia Conti, si prendono la scena con la musica e l’interpretazione, per portarci in un 2035 in cui nulla può essere dato per scontato.

La produzione è a cura di StendhArt di Oggiono, realtà ormai affermata nel panorama teatrale e di danza lecchese, che oltre a produrre spettacoli, si occupa da oltre 20 anni di formazione, attraverso laboratori teatrali e corsi di danza di varia tipologia, per tutte le età e con programmi accademici.

Tutte le informazioni sullo spettacolo e sui corsi in partenza a settembre sono reperibili su www.stendhart.it

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Nelle immagini: l’autore e regista Mattia Conti e l’attore Nicola Bizzarri. Le locandine degli eventi


Escursione da Morterone alla vetta del Resegone

Il percorso breve ma ripido che porta in cima al Resegone montagna celebre per la sua forma che parte dal comune più piccolo d’Italia, Morterone.

Gabriele Ardemagni

Morterone – E’ una Domenica di fine Agosto, il Sole è ancora caldo e il traffico in Valsassina è come al solito nei weekend notevole, decidiamo alle 16 di partire in auto da Introbio direzione Morterone per salire sul Resegone.

La strada per raggiungere Morterone è unica e parte da Ballabio, sono circa 17km ma il navigatore indica 37 minuti senza traffico, si è una strada decisamente stretta tortuosa con tornanti e curve insidiose ma appagante, ogni metro offre panorami unici da mozzare il fiato per ogni appassionato di natura e geologia, sembra di andare in auto dalla Grignetta al Grignone talmente sono le guglie che circondano il poco asfalto.

Arriviamo in basso all’altezza della pista atterraggio elicotteri 1070m dopo aver superato la Forcella di Olino, si parcheggia e da qui subito parte il percorso che ci porterà in cima alla montagna divisa tra le province di Lecco e Bergamo, un cartello riporta il sentiero 16 Rifugio Azzoni e indica 2 ore, infiliamo scarponcini e zaini in spalla si parte subito in salita su un prato ripido che ci introduce in un bellissimo bosco anch’esso scosceso.

Superato il lungo percorso nel primo bosco arriviamo su uno spiazzo con dei tavolini, prendiamo prima a sinistra fino alla Sorgente Forbesette appena superata si sale sulla destra in un altro bosco che gira intorno alla montagna lungo il sentiero 17, (attenzione NON seguite le indicazioni Rifugio Resegone che è da tutt’altra parte), arriviamo finalmente all’aperto per affrontare l’ultimo tratto di salita quello più impegnativo su sassi aguzzi che porta direttamente in vetta dal versante Est della montagna.

Ormai è fatta la vetta del Resegone e il Rifugio Azzoni appena sotto ad essa sono visibili, affrontiamo questi tornanti in compagnia di alcuni ungulati che ci osservano e raggiungiamo prima il Rifugio e subito sopra la croce di vetta 1875m, appena in cima ci si apre il panorama sulla città di Lecco e poi tutto intorno a noi le Grigne il Due Mani i Piani di Artavaggio e tutte le altre vette valsassinesi.

Ci abbiamo messo 1h35m nonostante l’orario e la quota il caldo si faceva ancora sentire e l’allenamento non è mai abbastanza, ma mi sento di poter consigliare a chiunque questo percorso che è decisamente il più comodo per raggiungere questa meta.

INFORMAZIONI UTILI

Percorso totale andata e ritorno 6,9 km dislivello massimo m815 difficoltà: E (escursionismo)

14 agosto, a Barzio il tradizionale concerto di ferragosto

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Serata in compagnia del Corpo Musicale Santa Cecilia

Barzio – Il Corpo musicale Santa Cecilia di Barzio è pronto a scendere in piazza per il Concerto di Ferragosto. Tradizionale appuntamento estivo che anima, con tanta buona musica, la serata della vigilia del giorno dell’Assunta.

La banda, diretta dal maestro Iose Ratti, si esibirà domenica 14 agosto, a partire dalle 21, in piazza Garibaldi a Barzio. Per musicanti e maestro sarà un piacere tornare a proporre il Concerto dal vivo, dopo i due difficili anni segnati dalla pandemia.

Il programma della serata prevede l’esecuzione di un ricco repertorio musicale, con colonne sonore e brani moderni.

Il Concerto di Ferragosto segnerà anche un momento importante nell’ambito dei festeggiamenti per il 135° anniversario di fondazione del Corpo musicale Santa Cecilia, attivo a Barzio sin dal 1887.



Nelle immagini la Banda di Barzio e la locandina del programma