CHIUSURA CON IL MINISTRO GIORGETTI

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AL 66° CONVEGNO DI STUDI AMMINISTRATIVI: CON IL MINISTRO GIORGETTI, IL SOTTOSEGRETARIO GAROFOLI E LA TAVOLA ROTONDA

  VARENNA – Si è concluso a Villa Monastero di Varenna il 66° Convegno di studi amministrativi, organizzato dalla Provincia di Lecco e dalla Corte dei conti, sotto l’alto Patronato della Presidenza della Repubblica, dal titolo Transizione ecologica, innovazione digitale e inclusione sociale: la realizzazione del Next Generation EU.
 
Nella terza e ultima giornata si è aperta al mattino con il videomessaggio del Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e con l’intervento del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Garofoli.
 
Quindi la Tavola rotonda dal titolo Economia circolare: territorio, imprese e istituzioni, presieduta dall’Avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli emoderata dalla giornalista di La7 e conduttrice di Tagadà Tiziana Panella, alla quale hanno partecipato:
·         Angelo Buscema, Giudice della Corte costituzionale
·         Fabrizia Lapecorella, Presidente del Comitato per gli affari fiscali dell’Ocse
·         Ferruccio Resta, Presidente della Conferenza dei Rettori
·         Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma
·         Alessandra Perrazzelli, Vice Direttrice generale della Banca d’Italia
·         Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente di Confindustria
·         Giuseppe Tripoli, Segretario generale di Unioncamere
·         Gabriele Buia, Presidente Ance
·         Massimiliano Fedriga, Presidente delle Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
·         Antonio Decaro, Presidente Anci
·         Vittorio Poma, Presidente Upl
 
Le conclusioni sono state affidate al Procuratore generale della Corte dei conti Angelo Canale.
 
La progettazione e la direzione organizzativa del Convegno sono state curate, come ormai dal 2010, da Amedeo Bianchi, già Segretario generale e Direttore generale della Provincia di Lecco, dal 2017 Consigliere della Corte dei conti in forza alla Sezione Controllo del Veneto e alla Sezione centrale delle Autonomie.
 
Il Comitato scientifico del Convegno, coordinato dal Capo di gabinetto della Corte Giovanni Comite, era composto da Luigi Balestra, Angelo Canale, Carlo Chiappinelli, Giovanni Coppola, Raffaele Dainelli, Gabriele Fava, Francesco Fimmanò, Francesco Saverio Marini, Mauro Orefice e Marco Pieroni.
 
Il Convegno è stato organizzato con il contributo di Regione Lombardia, Unione Province d’Italia, Unione Province lombarde, Comunità Montana Valsassina, Camera di Commercio Como-Lecco, Fondazione Cariplo, UniverLecco, Confservizi Cispel Lombardia, con il patrocinio di Unioncamere.
 
E’ stato accreditato dagli Ordini degli Avvocati e dei Dottori Commercialisti di Lecco..
Nelle foto alcuni momenti della terza giornata, con i partecipanti e la tavola rotonda

AFRICAN FLOW

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Il seminario internazionale dedicato al Cinema Africano, un’occasione unica per conoscerne la storia di ieri e di oggi e per comprendere le migrazioni, la complessità e il valore della società interculturale. 

  BARZIO – Si svolgerà sabato 2 e domenica 3 ottobre 2021 a Barzio, presso la sede del COE, tra le montagne della Valsassina, African Flow, due giornate di studio per raccontare un continente in movimento attraverso il suo cinema e i suoi autori
Ci sarà proprio la “settima arte” al cuore degli interventi che animeranno il programma del seminario organizzato e promosso da Associazione Centro Orientamento Educativo – COE, in partnership con Les Cultures Onlus, in cui esperti del settore, registi e giornalisti parleranno di Africa e di Afriche, di storia e di storie in una chiave contemporanea e di migrazione per conoscere, approfondire e riflettere anche sull’attualità di questo immenso continente.  La proposta, che rientra tra le attività previste nell’ambito del progetto “Confini, frontiere, identità. (Inter)cultura di qualità in provincia di Lecco”, cofinanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Cultura di qualità, è aperta a tutti: non solo addetti ai lavori, ma anche studenti, insegnanti, interessati e appassionati di cinema, Africa, antropologia e mediazione culturale.  
L’evento si svolgerà nel rispetto delle normative anti COVID-19, sarà richiesto quindi il Green Pass a tutti gli iscritti. Per partecipare è richiesto un contributo di 35 euro per i residenti nella provincia di Lecco e di 50 euro per i residenti fuori dalla provincia di Lecco. La quota è comprensiva dei pasti.  Per iscriversi è necessario compilare il modulo disponibile a questo link. Per maggiori informazioni contattare Prashanth Cattaneo, scrivendo una e-mail a p.cattaneo@coeweb.org.  Nel programma del seminario non mancheranno sessioni frontali, arricchite da contenuti multimediali inediti, proiezioni e una tavola rotonda, momento privilegiato di confronto tra gli ospiti e il pubblico. 
In apertura, sabato 2 ottobreAnnamaria Gallone, coordinatrice scientifica di African Flow – e direttrice artistica del FESCAAAL insieme ad Alessandra Speciale – accompagnerà i partecipanti lungo 30 anni di storia ripercorrendo le 30 edizioni del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina – FESCAAAL che dal 1991 l’Associazione COE organizza a Milano. Una manifestazione cinematografica e culturale, ancora oggi una proposta unica nel suo genere in Italia, che sin dalla sua prima edizione ha fatto conoscere opere e autori emergenti dai tre continenti, pluripremiati nei più prestigiosi festival internazionali, ogni anno occasione preziosa per confrontarsi sull’attualità e testimone privilegiata di cambiamenti epocali. In programma anche una sessione dedicata all’approfondimento scientifico insieme a Thierno Ibrahima Dia e Daniela Ricci, due importanti esperti del settore, che introdurranno le nuove tendenze e i nuovi autori della cinematografia africana contemporanea. La prima giornata si chiuderà con un gradito ospite: il regista algerino Rachid Benhadj che presenterà la proiezione di Matares, la sua ultima opera, il racconto di un’amicizia tra una bambina cristiana e un bambino musulmano che al tempo stesso è una testimonianza della tragedia dell’immigrazione, per il quale è stato insignito del Premio come “Ambasciatore d’Umanità” dal C.I.R. (Consiglio Italiano per Rifugiati).Domenica 3 ottobre si terrà la tavola rotonda “AFRICAN FLOW Traversate e frontiere nei film africani e della diaspora”, per parlare di esperienze di migrazioni dall’Africa e di cinema, che vedrà la partecipazione di Giulio Sangiorgio, direttore della rivista FilmTV; Elia Moutamid e Rachid Benhadj, registi e Thierno Ibrahima Dia e Daniela Ricci, esperti di cinema africano. Il programma completo è disponibile qui.  “Siamo molto felici di tornare a Barzio, nella sede del COE, per offrire una proposta di approfondimento sul Cinema Africano dopo l’importante anniversario dei 30 anni festeggiato a marzo 2021 dal Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina.” dichiara Annamaria Gallone, della direzione FESCAAAL e coordinatrice del seminario, “Dopo le incertezze dovute alla situazione sanitaria globale, finalmente torniamo ad incontrare le persone, nel rispetto di tutte le norme vigenti, e ad offrire una proposta di formazione e approfondimento aperta a tutti, per conoscere o riscoprire il Cinema Africano che con i suoi film di qualità è in grado di raccontarci molto sul mondo attorno a noi. Siamo particolarmente felici anche di svelare un piccolo tesoro: alcuni spezzoni di film dal nostro archivio sconfinato che in questo seminario ci aiuteranno a rivivere 30 anni di storia”.

Miró. Il colore dei sogni

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Dall’11 Settembre fino al 12 Dicembre 2021 la mostra Miró. Il colore dei sogni a Mamiano di Traversetolo (Pr)

Gabriele Ardemagni

Mamiano di Traversetolo PR – La “Villa dei Capolavori” come ogni anno a Settembre presenta una mostra di prestigio, Miró Il colore dei sogni, questo il titolo dell’esposizione.

L’artista spagnolo ha lasciato colorate tracce della sua visione del mondo che qui vengono ben evidenziate, presente al vernissage anche il nipote Joan Punyet Miró.

PARMA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2021

La mostra è organizzata dalla Fondazione Magnani-Rocca
in collaborazione con Fundación MAPFRE. L’evento è curato da Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione, con il contributo di studiosi spagnoli e italiani.

Miró. Il colore dei sogni”, questo il titolo dell’esposizione che si potrà ammirare nella sontuosa “Villa dei Capolavori” di Mamiano di Traversetolo, presso Parma, dall’11 settembre al 12 dicembre 2021.


“Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”: così il poeta Jacques Prévert descriveva Joan Miró, celeberrimo artista spagnolo vissuto in una delle epoche più fervide della storia dell’arte.

Arte, la sua, fondata non tanto sull’immagine tradizionale, quanto su sensazioni, emozioni immediate e suggestioni: colori brillanti e forti contrasti, linee sottili e soggetti allucinati e onirici.

“Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) dipinge ispirandosi – annota Roffi – alle forme della natura, ma anche alla musica; per un periodo compone inoltre poesie di stile surrealista, seguendo meccanismi psicologici simili a quelli adottati in pittura. Egli aspirava chiaramente al divino e la musica e la poesia erano le sue fonti di ispirazione. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendo la loro chiave di lettura. Un rapporto fra pittura-musica-poesia che ben si accorda con gli interessi e la sensibilità di Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca”.

La mostra, realizzata in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid, attraverso cinquanta opere fra gli anni Trenta e gli anni Settanta per la gran parte a olio su tela, propone un percorso che, orchestrato come una partitura musicale, evidenzia la sfida continua operata dall’artista nei confronti della pittura tradizionale, “con opere come Cheveaux mis en fuite par un oiseau dove Mirò letteralmente massacra – evidenzia il curatore – la pittura comunemente intesa, con un certo parallelismo con l’Espressionismo americano nell’idea che la pittura dovesse essere un getto continuo scaturito da una profonda esplosione creativa, pur garantendo alle proprie forme una dirompente integrità individuale malgrado le metamorfosi subite”.


Ad essere particolarmente documentati in mostra sono gli ultimi decenni di attività di Miró, con tele di grande formato e poetica bellezza come Personnage et oiseaux devant le soleil e Personnage devant la lune, e i temi ricorrenti che egli reinventa con frequenza – con l’uso costante di simboli come le stelle, gli uccelli o la donna, e le fantasiose rappresentazioni di teste – nello stesso tempo sottolineando influenze così diverse come la tradizione popolare, la calligrafia asiatica o i graffiti urbani. La pittura di Miró tende all’astrazione; tuttavia nelle variopinte forme fantastiche tra loro accostate, permane quasi sempre una traccia del reale: un occhio, una mano, la luna. Alcuni quadri presenti in mostra fanno pensare a cieli stellati, come Personnage, oiseau, ètoiles del 1944 o Après les constellations del 1976.


La strepitosa attività di illustratore di Mirò è rappresentata nell’esposizione al massimo livello, grazie al libro d’artista con testi poetici di Tristan Tzara Parler seul (1950), con settantadue tavole a colori dell’artista catalano, esposte in grandi teche.
Trasgressivo e anticonformista, l’artista affianca alla sua anima più contemplativa una poetica unitaria tra sogno e colore, così da sfuggire alla banalità e al convenzionalismo, dando vita a un linguaggio artistico universale ma allo stesso tempo unico e originale. Come affermava Mirò: ‘Una semplice pennellata può dare libertà e felicità’.


“Visitare la mostra significa – conclude Stefano Roffi – viaggiare dentro i sogni di Miró perché questa è la trama della sua arte”.

Il catalogo della mostra (Silvana editoriale) presenta saggi di studiosi spagnoli, tedeschi e italiani; si segnalano quelli sul rapporto fra Miró e la musica, e fra Miró e l’Italia, entrambi a firma di Joan Punyet Miró, nipote dell’artista, oltre al saggio del curatore e a una particolare intervista che Miró rilasciò a Walter Erben nel 1959; inoltre, nella tradizione delle mostre e dei cataloghi della Fondazione Magnani-Rocca, Mauro Carrera indaga l’attività dell’artista come illustratore.

Info e prenotazioni: info@magnanirocca.it Tel. 0521 848327 / 848148
www.magnanirocca.it

MARIO SIRONI SINTESI E GRANDIOSITÀ

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Dal 23 luglio 2021 al 31 marzo 2022 al Museo del Novecento a Milano, una grande mostra dedicata a Mario Sironi

Gabriele Ardemagni

Milano – La Mostra Biografica dedicata a Mario Sironi e curata da Elena Pontiggia e Anna Maria Montaldo, è la più completa in assoluto sul maestro italiano del ‘900, una esposizione delle migliori opere che ci accompagnano nell’evoluzione dell’artista che insieme ad altri mostri sacri ha reso unico il ‘900 artistico italiano.

Sono Oltre cento le opere esposte, che ne ricostruiscono l’intero percorso artistico: dalla giovanile stagione simbolista all’adesione al futurismo; dalla sua originale interpretazione della metafisica nel 1919 al momento classico del Novecento Italiano; dalla crisi espressionista del 1929-30 alla pittura monumentale degli anni Trenta; fino al secondo dopoguerra e all’Apocalisse dipinta poco prima della morte.

La mostra ha sede negli spazi del Museo del Novecento e si estende nelle sale sironiane del Museo stesso e della Casa Museo Boschi Di Stefano, si avvale di prestiti dai maggiori musei italiani tra cui la Pinacoteca di Brera, Ca’ Pesaro e la Fondazione Guggenheim di Venezia, il MART di Trento e Rovereto e da collezioni private, riunendo così in un unico contesto i lavori più significativi del Maestro.

Sono esposti, infatti, alcuni capolavori che non comparivano in un’antologica sironiana da quasi mezzo secolo (l’affascinante Pandora, 1921-1922; Paese nella valle, 1928; Case e alberi, 1929; L’abbeverata, 1929-30), e altri completamente inediti.

Ampiamente rappresentato in mostra è il ciclo dei paesaggi urbani, il tema più famoso di Sironi, che acquista intensità dopo il suo arrivo a Milano nel 1919 ed esprime sia la drammaticità della città moderna, sia una volontà potente di costruire, in tutti i sensi.

Tra questi ci sono capolavori ben noti come Sintesi di paesaggio urbano, 1921; La cattedrale, 1921; Paesaggio urbano col tram 1925-28, del Museo del Novecento, esposto alla Biennale di Venezia del 1928; la Periferia del 1943.

Sironi però è stato anche un grande interprete della figura umana. Ne danno testimonianza in mostra un nutrito gruppo di opere, tra cui il pierfranceschiano Nudo del 1923, prediletto da Margherita Sarfatti; la misteriosa Donna con vaso del 1924; il Pescatore, 1925; La fata della montagna, 1928; la Niobide del 1931, e il doloroso Lazzaro, 1946, dove, per la prima volta nella millenaria iconografia del soggetto, Sironi dipinge un Lazzaro che non risorge, simbolo del crollo di tutte le sue idee, a cominciare dal fascismo in cui aveva creduto.

Ampio spazio è poi dedicato al suo legame con la pittura murale negli anni Trenta, di cui fu teorico e interprete. Presenti, capolavori monumentali quali la luminosa Vittoria alata, il gigantesco studio per l’aula magna della Sapienza di Roma, il visionario Condottiero a cavallo (tutti realizzati nel 1935) e il potente studio preparatorio, lungo quasi sei metri, della Giustizia Corporativa (1937-38).

Lasciata alle spalle la sezione dedicata alla pittura murale, il “viaggio” nell’arte di Sironi volge al termine nelle ultime sale che documentano i drammatici anni finali dell’artista, tormentato anche dalla perdita della figlia Rossana, che si toglie la vita nel 1948 a diciotto anni.

Ad accompagnare la mostra, un prestigioso catalogo realizzato della Casa Editrice Ilisso. Il volume, oltre al saggio introduttivo di Anna Maria Montaldo, riporta un ampio saggio e le schede analitiche di tutte le opere di Elena Pontiggia, studiosa
dell’artista e autrice della sua prima biografia (Sironi. La grandezza dell’arte, le tragedie della storia, 2015), e inoltre gli approfondimenti di Fabio Benzi sul futurismo sironiano, e di Maria Fratelli, direttrice della Casa Museo Boschi Di Stefano, che esplora con lettere inedite il rapporto di Sironi con i collezionisti Antonio e Marieda Boschi.

Si tratta di un racconto che si snoda dalla classicità del paysage historique dei romantici all’indagine del vero dei macchiaioli, per giungere alle visioni divisioniste e alle sperimentazioni delle Avanguardie di inizio Novecento, fino alle soglie del contemporaneo, quando, con artisti come Morlotti e Fontana, il paesaggio si traduce in istinto emotivo o in concetto spaziale.

La mostra, come tutte le esposizioni del Museo del Novecento, nasce da un progetto scientifico originale capace di restituire una inedita lettura dell’opera e della vicenda umana dell’artista.

“Mario Sironi. Sintesi e grandiosità” è parte de “La Bella Estate”, il palinsesto culturale estivo promosso dal Comune di Milano che, fino al 21 settembre, proporrà ai milanesi e ai visitatori della città un ricco calendario di iniziative artistiche, culturali, sportive, ricreative e del tempo libero (programma in continuo aggiornamento su yesmilano.it/labellaestate).

BIOGRAFIA


Mario Sironi
(Sassari, 12 marzo 1885 – Milano, 13 agosto 1961).
Nato a Sassari nel 1885, da Enrico, ingegnere e architetto comasco, e Giulia Villa, fiorentina, Mario Sironi si trasferisce con la famiglia a Roma un anno dopo la sua nascita ed è qui che, a soli tredici anni, nel 1898, rimane orfano per la morte prematura del padre. Nel 1902, dopo studi tecnici, si iscrive alla facoltà di ingegneria, ma lascerà gli studi dopo solo un anno a causa di una crisi depressiva.


Abbandonata l’Università, decide di dedicarsi all’arte e frequenta la Scuola libera del nudo di via Ripetta e lo studio di Balla, diventando amico di Boccioni e Severini.

E sarà proprio con Boccioni che andrà in viaggio a Parigi nel 1906. Due anni dopo si reca per la prima volta in Germania, dove farà ritorno successivamente nel 1910-1911.

È in questi anni che, nonostante le ricorrenti crisi nervose, inizia a dedicarsi all’illustrazione e alla pittura. Nel 1913 aderisce al Futurismo, dandone un’interpretazione soprattutto volumetrica. Allo scoppio della Guerra si arruola nel Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti e poi nel Genio. Congedato nel 1919, si sposa a Roma con Matilde Fabbrini, con cui era fidanzato dal 1915.

La coppia, che avrà due figlie (Aglae, nel 1921, e Rossana, nel 1929), si separerà nel 1932 e l’artista si legherà, tra alterne vicende, a Mimì Costa. Sempre nel 1919 si trasferisce a Milano, dove dipinge i primi paesaggi urbani. La sua pittura si orienta
verso forme potenti e sintetiche, d’ispirazione classica, segnate però da una drammaticità moderna. Margherita Sarfatti è tra i primi critici a segnalarlo.

Risale ancora al 1919, la sua adesione al fascismo. Dal 1921 disegna illustrazioni per il “Popolo d’Italia”, il quotidiano politico italiano, fondato da Benito Mussolini che nel 1922 diventerà l’organo del Partito Nazionale Fascista, con cui collabora fino al
1942 (dal 1927 al 1931 anche come critico d’arte). Nel 1922 è tra i fondatori del Novecento Italiano e con questo gruppo, animato dalla Sarfatti e sostenitore di una “moderna classicità”, espone in tutte le principali rassegne in Italia e all’estero, difendendone le ragioni quando, nel 1931-1933, viene colpito da accese polemiche.


A partire dagli anni Trenta, però, Mario Sironi si concentra soprattutto sulla pittura murale, divenendo il maggior teorico e artefice del ritorno alla decorazione classica e pubblicando il Manifesto della pittura murale, firmato anche da Campigli, Funi e Carrà (1933).

Il servizio realizzato per il telegiornale.

STRADA E PARCHEGGIO DI BARZIO

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IL SINDACO PUNTUALIZZA: ECCO COME E’ NATO IL PROGETTO E QUALI SONO GLI OBBIETTIVI

Il sindaco Arrigoni Battaia: “Premesso che per tanti anni si è solo parlato ed abbozzato interventi (vedi PGT, ecc.), questa amministrazione, visti i buoni rapporti con gli enti superiori, sta cercando di passare dalle parole ai fatti

In queste ultime settimane si è detto e scritto tanto sullo studio di fattibilità del progetto della strada e del nuovo posteggio a Barzio. Tante sono state le parole spese, anche da chi non è correttamente informato sui fatti o, in qualche raro caso, finge di non esserlo.

Per questo il sindaco Giovanni Arrigoni Battaia e il suo gruppo ora intervengono, certi che sia giunto il momento di fare un po’ di chiarezza sulla vicenda, ripercorrendo la “storia amministrativa” di Barzio, sin dal 1992.

NB. Di seguito alle dichiarazioni del sindaco, è proposta l’intera cronistoria, con citati atti e documenti.

“L’unica novità di questi patti territoriali, rispetto a quanto proposto dalle varie Amministrazioni che si sono susseguite alla guida del paese dal 1992 ad oggi, è il collegamento tra l’area di Campiano con la provinciale Sp. 64 (terzo intervento) – afferma Arrigoni Battaia – Questo collegamento serve per poter bypassare il centro del paese, così come avviene anche in altre località turistiche e non. Si tratta di una specie di circonvallazione grazie alla quale si renderà più fruibile, vivibile e meno inquinato il centro paese, con benefici per residenti, turisti e villeggianti. Inoltre si darà la possibilità ai residenti, ai possessori di seconde case occasionale e al turista che vorrà fermarsi a Barzio, di raggiungere l’abitato senza incontrare intralci e di poter parcheggiare nelle vicinanze del centro. Aree che al momento, nella stagione invernale e spesso anche durante quella estiva, sono intasate dalle auto di chi sale a Bobbio”.

Guardando più attentamente al Patto Territoriale il sindaco spiega: “Attraverso questo strumento si intende attivare una serie di interventi infrastrutturali e di iniziative di promozione che permettano di qualificare ulteriormente il turismo invernale sciistico, che ha ancora notevoli margini di miglioramento, e di potenziare il turismo verde primaverile-estivo, che sta comunque fornendo buoni risultati. Ma soprattutto si potrà attivare un circolo virtuoso che metta in gioco tutte le risorse e le attrazioni potenziali della Valsassina al fine di diversificare sia mercati, sia l’offerta, costruendo e proponendo a fianco dei prodotti turistici tradizionali dei prodotti turistici combinati e alternativi”.

A oggi il comprensorio soffre di due principali criticità: quelle legate alla logistica e ai parcheggi a Barzio e Moggio, e quelle relative alla vetustà degli impianti di Artavaggio.

“Affrontare e risolvere questi problemi significa guardare con fiducia al futuro di medio-lungo termine per poter mantenere e qualificare il turismo in Valsassina. Il Patto Territoriale intende perseguire l’ambizioso obiettivo strategico di realizzare un unico grande comprensorio sciistico in Valsassina e, allo stesso tempo, di potenziare l’offerta turistica estiva, determinando positive ricadute sulle attività economiche locali. Tale ambiziosa sfida passa necessariamente attraverso la presentazione del Patto Territoriale, finalizzato a riqualificare la logistica (viabilità e parcheggi) e l’impiantistica (impianti del TPL – trasporto pubblico locale, impianti di risalita e piste) dei due comprensori sciistici, rendendoli unitari grazie al miglior collegamento a valle tra Barzio e Moggio”.

Infine, l’attenzione si sposta sul parcheggio di Barzio e, a tal proposito, il sindaco evidenzia: “Vogliamo far notare che la superficie occupata per 900 posti auto a raso (così come prospettato ai tempi) è di gran lunga maggiore di quella occupata da una soluzione mista di parcheggi a raso (211 stalli) e multipiano (371 stalli), come previsto nei Patti Territoriali.

Forse la vera preoccupazione non è quello che si fa su quell’area, già destinata fin dal lontano 1992 a essere oggetto di interventi edilizi (peraltro già in parte iniziati con le opere di urbanizzazione e mai oggetto di contestazioni), ma l’Amministrazione che sta cercando di fare opere di interesse pubblico, con l’ambizione di realizzare quanto detto nel programma elettorale, ovvero: “Riteniamo che Barzio debba tornare a essere il punto di riferimento turistico e amministrativo dell’Altopiano, fattore di integrazione e stimolo per lo sviluppo e la valorizzazione di un territorio… La congiuntura economica generale non può costituire un alibi per non fare o per rinunciare a invertire la tendenza, per la riduzione degli obiettivi e conseguentemente dei risultati. Non pensiamo di avere la soluzione a ogni problema, ma siamo convinti di avere l’entusiasmo e la volontà di provare a “fare”…”

Per tanti anni si è solo parlato ed abbozzato interventi (vedi cronistoria riportata in seguito), finalmente un amministrazione sta cercando di passare dalle parole ai fatti, perché tutto questo polverone?

Di seguito riportiamo alcuni passaggi che si sono susseguiti negli anni:

  • Anno 1992 (sindaco Maurizio Casari). Piano Regolatore Generale adottato con giunta Regionale n. 23930 in data 16/06/1992. L’area di Campiano viene classificata come zona “C” (zone funzionali a destinazione prevalentemente residenziale) subordinata all’approvazione di un piano di Attuazione (PL). Da allora fino ai giorni nostri non si erano mai sollevate contestazioni dando per scontato la destinazione edificatoria dell’area.
  • Anno 2006 (sindaco Valsecchi Pierantonio). Con delibera del Consiglio comunale n. 21 veniva approvato definitivamente il PL Campiano;
  • Anno 2007 (sindaco Valsecchi Pierantonio). Vengono concesse le prime autorizzazioni paesaggistiche, propedeutiche alla realizzazione delle opere, per interventi relativi al PL Campiano;
  • Anno 2009 (sindaco Valsecchi Pierantonio). Il Piano di Lottizzazione Campiano (ATV01) prevedeva tre step (luoghi). Convenzione di lottizzazione (I luogo), cessione di aree al Comune a titolo gratuito (II luogo) e ricomposizione fondiaria tra lottizzanti (III luogo) del 04/06/2009. Il progetto prevede la realizzazione di 17.784 metri cubi. Alla firma della convenzione è seguito il versamento al Comune di Barzio delle monetizzazioni delle aree a standard (100.000 euro versati e 140.000 euro fideiussione). Questo a dimostrazione dell’esecutività ed efficacia del PL Campiano, tuttora in vigore;
  • Anno 2009-2010-2011. (sindaco Andrea Ferrari).Autorizzazione paesaggistica, Permesso di costruire, ecc.. per opere di urbanizzazione primaria e secondaria PL Campiano. Inizio lavori e completamento delle opere (2014); 
  • Anno 2012 (sindaco Andrea Ferrari) Stesura nuovo PGT redatto dal Politecnico di Milano in collaborazione con lo Studio Arco. Oltre a evidenziare le aree ATV01, dette ambiti di trasformazione vigente, cioè attive (PL Campiano), nell’area denominata località Campiano – Via per Introbio, venivano individuate ulteriori aree, le AT01 e AT02 dette aree di trasformazione con volumi edificatori assegnati rispettivamente di 21.000 metri cubi e 6.000 metri cubi, Aree APC1, ovvero ambiti di progettazione convenzionata, con volume edificatorio assegnato di 3.150 metri cubi. Cioè tutta una nuova serie di aree interessate in un modo o nell’altro a una trasformazione urbanistica, oltre a quella già convenzionata (PL Campiano). PGT – Piano delle Regole – tavola Pdr_Tav_3.9.1a.
  • Anno 2012 (sindaco Andrea Ferrari) Nella stesura del nuovo PGT si prevedeva una modifica della viabilità nella località Campiano e in via per Introbio, consistente in una rotonda tra via per Introbio e via Bergamini e un allargamento della stessa via per Introbio (vedi tratteggio in blu immagine a lato) fino all’ingresso dell’area AT01. Inoltre si prevedeva la realizzazione di un collegamento tra questa area e via Sant’Eustacchio (vedi tratteggio in rosso).
  • Anno 2016 (sindaco Andrea Ferrari) Studio di pre-fattibilità Piani di Bobbio, commissionato al Politecnico di Milano, dalla Comunità Montana (presidente Carlo Signorelli). Lo studio si pone l’obiettivo di migliorare l’accessibilità alla stazione sciistica dei Piani di Bobbio nella prospettiva di una valorizzazione integrata del territorio della Comunità Montana della Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera. Allo stato attuale, infatti, si rilevano delle criticità legate al numero di posti auto nei giorni di forte affluenza. È stata effettuata un’analisi multicriteria che ha previsto la scomposizione in due aree tematiche principali: Fattibilità socio-economica e fattibilità ambientale a loro volta articolate in criteri di natura quantitativa e qualitativa, rispetto ai quali a ogni alternativa è stato assegnato un punteggio prestazionale. Lo studio ha permesso di evidenziare aspetti positivi e negativi delle diverse aree analizzate e l’alternativa che meglio risponde agli obiettivi prefissati risulta l’opzione “5”, che prevede la localizzazione di un parcheggio multipiano presso l’ambito AT01, con collegamento attraverso la nuova viabilità prevista dal PGT.
  • Anno 2018 (sindaco Andrea Ferrari). “Dallo studio emerge un deficit medio di circa 625 posti auto e la soluzione da percorrere è già nel PGT. Il nostro PGT consente di recuperare almeno 900 posti auto”, questa la conclusione del sindaco al problema, molto sentito in paese, rifacendosi allo studio del Politecnico di Milano. Inoltre aggiungeva: “Il PGT vigente consente la possibilità di ampliamento dell’attuale piazzale della funivia (circa 175 parcheggi); consente la possibilità di ampliamento della Via Sant’Eustachio (circa 220 parcheggi). All’interno delle disposizioni contenute negli ambiti di trasformazione urbana AT01 e AT02 la realizzazione della nuova strada di accesso alla località La Piazza che consente di “alleggerire” il traffico veicolare sulla via Todeschini. Tale tratto di strada, indicata come previsione nel PGT e parallela alla Via Fienil Nuovo, della lunghezza indicativa di circa 600 metri, consentirebbe un eventuale recupero di posti auto nella parallela della carreggiata. Tale opera è strettamente collegata alle disposizioni contenute nell’ATV01, ovvero la realizzazione dell’ampliamento della Via Per Introbio e la cessione delle aree in loc. Campiano per il parcheggio. Questi due interventi consentono di realizzare circa 500 nuovi parcheggi” (Comune di Barzio – Delibera di consiglio n. 13 del 16/03/2018 )

Anno 2019 (sindaco Andrea Ferrari) Presentazione prime domande di autorizzazione paesaggistica per la costruzione di edifici a uso abitativo e blocco box seminterrati in loc. Campiano (PL Campiano). (n. 45/2019 del 13/5/2019).

  • Anno 2019 (sindaco Giovanni Arrigoni Battaia). Programma elettorale Barzio nel Cuore. “Intendiamo muoverci nell’ambito delle previsioni dei piani sovraccomunali (PCTP – Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento) e PGT (Piano di governo del territorio) che nelle linee programmatiche generali, da noi condivise, mirano alla riqualificazione dell’esistente, alla minimizzazione del consumo del suolo…”. Nelle nostre ipotesi (vedi immagine Patti Territoriali), la localizzazione di parcheggi in località Campiano sottrarrebbe parte delle aree già destinate a edificazione residenziale (vedi PGT – PL Campiano, AT01, AT02…), per destinarle a parcheggi, cioè per opere di interesse pubblico anziché privato. Un parcheggio multipiano, a differenza di uno a raso, riduce il consumo di suolo e quindi di aree verdi. Inoltre la soluzione del parcheggio in Località Campiano permette una fruibilità anche per la stagione estiva che, se ben gestita, offre una ulteriore possibilità di decongestionare dal traffico veicolare e di sosta selvaggia in centro del paese.
  • Anno 2021 (sindaco Giovanni Arrigoni Battaia) Patti Territoriali. Il 27/04/2021 viene pubblicato un avviso pubblico sia sul sito del Comune di Barzio che su quello della Comunità Montana, in cui “si invitano i cittadini e tutte le associazioni o altre forme di organizzazioni a presentare proposte, suggerimenti e/o osservazioni utili alla stesura del Patto” (pubblicazione n. 393, prot. n. 3606 di Barzio).

Regione Lombardia, con il combinato disposto della L.R. n. 40 del 28 dicembre, della dgr n. XI/2792 del 31 gennaio 2020, ha normato le procedure di candidatura dei Patti Territoriali per lo sviluppo economico, ambientale e sociale e della mobilità dei territori montani. Su proposta delle Amministrazioni dell’Altopiano, e in particolare di Barzio e Moggio, l’Ente Comunità montana si è fatta promotore presso Regione Lombardia della proposta di candidatura di un Patto Territoriale ritenuto strumento di programmazione negoziata più adatto per lo sviluppo del nostro comprensorio oltre che strategico per il territorio dell’intera Valsassina.

Serata del 20 Agosto 2021 – Lucchettino Classic – Piazza Garibaldi Lecco

A LECCO TUTTI “CON LA TESTA ALL’INSÙ” 2021

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Grande successo per la quarta edizione
del Festival delle meraviglie ad alta quota

LECCO – Una piazza piena è un’ottima notizia di questi tempi. Non si può che essere contenti allora del successo di Con la testa all’insù, il Festival internazionale delle meraviglie ad alta quota organizzato da Circo e dintorni a Lecco, che
per la sua quarta edizione ha registrato quattro serate di grandissimo successo, col pubblico che, nel rispetto delle
norme sul distanziamento sociale, ha occupato tutti i posti disponibili per assistere a spettacoli provenienti da tutto
il mondo.

Ad anticipare la rassegna, lo scorso 10 luglio erano intervenuti i Sonics, definiti dal Ministero della Cultura
“eccellenza italiana nel mondo”, che avevano proposto Osa. Uno show di acrobazie aeree e spettacolari macchine
sceniche, tra le quali una piramide sospesa e una grande sfera che incorniciavano perfettamente un’esibizione basata
sulle geometrie delle forme umane lanciate in una vera e propria sfida alle leggi di gravità e in un invito ad andare
oltre i propri limiti. La performance è stata allestita presso l’area ex Piccola Velocità. La scelta di questo luogo, una
novità del 2021, è stata dettata dall’intenzione del festival, in accordo con il Comune di Lecco che come ogni anno
è stato partner dell’iniziativa, di rivitalizzare una zona della città restituendola ai cittadini come spazio da fruire in
maniera collettiva, trasformandola in un nuovo polo culturale.

Il 18 agosto Con la testa all’insù è tornato in Piazza Garibaldi, dove si era già svolta la scorsa edizione. Star della
serata sono stati i Black Blues Brothers, cinque straordinari acrobati che hanno presentato il loro secondo show,
Let’s Twist Again! regalando al pubblico un’ora di acrobazie mozzafiato accompagnate da brani indimenticabili del
repertorio USA, da Twistin’ the night away a Blue Moon, passando per Just a gigolo e You make me feel like a
natural woman
.

Questi artisti stanno girando il mondo ottenendo enormi consensi ed esibendosi nelle più prestigiose manifestazioni internazionali come i Fringe di Edimburgo e di Adelaide in Australia e di fronte a spettatori d’eccezione come Papa Francesco durante il Giubileo dello Spettacolo Popolare e il Principe Carlo d’Inghilterra in occasione della Royal Variety Performance, storica trasmissione TV ideata dalla famiglia reale britannica che dal 1912 accoglie i più grandi nomi della danza, del teatro e del circo (i Beatles, Elton John, Rudolf Nureyev, Stan
Laurel e Oliver Hardy
, tra le celebrità avvicendatesi nel corso degli anni).

Il giorno successivo è andata in scena l’Havana Acrobatic Ensemble con Amor. Dalle atmosfere più raccolte ma
altrettanto intense, lo show è una trasposizione circense dell’universo letterario di Gabriel García Márquez, a partire
dal capolavoro Cronaca di una morte annunciata che ha ispirato una storia di amore che racconta tutte le sfaccettature di questo sentimento attraverso il linguaggio universale del virtuosismo fisico, tra giocoleria coi
coltelli, evoluzioni con la ruota cyr e salti dall’altalena. Una festa dai sapori latinoamericani che, dopo aver incantato
il Castello Sforzesco di Milano, ha riempito Piazza Garibaldi di suoni e colori del Sudamerica.


L’ultima giornata era dedicata in maniera particolare alle famiglie, con ben due spettacoli comici. Cartoon Toylete
del clown argentino El Niño del Retrete e Lucchettino Classic dell’omonimo duo di illusionisti italiani hanno
strappato al pubblico più di una risata, conquistando grandi e piccini a suon di gag esilaranti e colpi di scena
all’insegna del divertimento. Il degno finale di un festival che si conferma nella sua capacità di attrarre il meglio
dello spettacolo dal vivo italiano ed estero, un appuntamento ormai entrato nei cuori dei lecchesi.


Per l’impegno sociale nel far rinascere aree poco usate attraverso la cultura offerta ai cittadini e per l’alta qualità
delle proposte artistiche, nel 2021 Con la testa all’insù ha goduto del patrocinio della Fondazione Cariplo, impegnata
nel sostegno e nella promozione di progetti di utilità sociale legati al settore dell’arte e cultura, dell’ambiente, dei
servizi alla persona e della ricerca scientifica. Ogni anno vengono realizzati più di 1000 progetti per un valore di
circa 150 milioni di euro a stagione.

Fondazione Cariplo ha lanciato 4 programmi intersettoriali che portano in sé i valori fondamentali della filantropia di Cariplo: innovazione, attenzione alle categorie sociali fragili, opportunità per i giovani, welfare per tutti. Questi 4 programmi ad alto impatto sociale sono: Cariplo Factory, AttivAree, Lacittàintorno, Cariplo Social Innovation. Non un semplice mecenate, ma il motore di idee.
Ulteriori informazioni sul sito www.fondazionecariplo.it.

Gabriele Ardemagni

Serata del 10 Luglio 2021 – Sonic – Area ex Piccola Velocità Lecco

Serata del 18 Agosto 2021 – The Black Blues Brothers – Piazza Garibaldi Lecco

Serata del 19 Agosto 2021 – Havana Acrobatic Ensemble – Piazza Garibaldi Lecco

Pomeriggio del 20 Agosto 2021 – El Niño del Retrete – Piazza Garibaldi Lecco

Serata del 20 Agosto 2021 – Lucchettino Classic – Piazza Garibaldi Lecco

LA VALSASSINA SU TELENOVA

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La Valsassina su Telenova: numerosi i servizi andati in onda negli ultimi anni sull’emittente lombarda, che trasmette anche in parte del Piemonte, Veneto ed Emilia, grazie al lavoro autorale di Aristide Malnati. noto papirologo e giornalista, nonché protagonista di recenti edizioni dell’Isola dei Famosi e del Grande Fratello Vip.

Attraverso le immagini girate dal nostro collaboratore Gabriele Ardemagni e della presenza in video delle inviate e con la voce narrante di Malnati, sono stati mostrati luoghi noti della valle, sia nella trasmissione Storia e Misteri, (giunta già alla terza edizione), e a servizi per il telegiornale dell’emittente.

In questo articolo potrete vedere alcune foto di backstage e dei video andati in onda.

Gabriele Ardemagni

INDOVERO E NARRO NEI SECOLI

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Pagine di storia tra documenti e immagini

Casargo – Giovedì 19 agosto 2021 alle ore 21 presso la biblioteca di Indovero serata culturale a cura del Prof. Marco Sampietro, con relazione ed immagini sulla storia di Indovero e Narro. Presentazione del Prof. Artemio Magistrali. Entrata libera.

ULTIMI APPUNTAMENTI DI AGOSTO A INTROBIO

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Serata di astronomia con Loris Lazzati, escursioni e visite guidate.

Introbio – Anche la prima parte del mese di agosto ha visto impegnate le associazioni di Introbio nelle varie manifestazioni in calendario che hanno attratto numeroso pubblico. Dopo ferragosto si continua con escursioni guidate al Moncodeno, una serata sull’astronomia a Villa Migliavacca con il leader del settore Loris Lazzati, mercatini e un fuori programma con la taragnata di mercoledì 18 a cura degli Alpini. Ecco la locandina completa con gli orari.

I 40 ANNI DI GRIGNOTTO

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IN AGOSTO LA “MASCOTTE” DELLA VALSASSINA COMPIE 40 ANNI

Nel 1981 dalla matita di Paolo Cagnotto è nato il leoncino rampante diventato la mascotte della Valsassina.

L’assessorato al turismo del Comune di Introbio chiese all’autore di disegnare un marchio, un simbolo per contraddistinguere il programma estivo dell’anno. L’idea fu quella di inventare un personaggio antropomorfo in stile cartoon dell’animale “simbolo”, presente sia nello stemma storico del Comune di Introbio, sia in quello della Valsassina (che coincidono), mutuato dagli stemmi presenti già negli Statuti Valsassinesi del XIII secolo. Il leoncino da rampante diventa arrampicatore, in forma moderna e con tanto di zaino da montagna.

Nella prima versione il leoncino, in piedi su due zampe, emerge da uno sfondo colorato e si presenta come il primo abbozzo del nascente Marchio Valsassina: una “V” che si forma dall’incrocio delle verdi vallate; sullo sfondo intenso dell’azzurro del cielo compare anche un piccolo messaggio: “Vivi un’estate da leone: 1981”.

Negli anni successivi il leoncino cerca sempre di personalizzare le proprie “uscite” anche in tenuta da sci, in vespa, con auricolare per la musica, con la canna da pesca, con coltello e forchetta…

L’agenzia di comunicazione Rosato’s Advertising, fondata dall’autore del leoncino, con la collaborazione dei media locali e delle varie Amministrazioni, nonché della Comunità montana, lancia nel 1985 il concorso promozionale per dare un nome alla mascotte, coinvolgendo scuole, Istituzioni ed eventi vari. Una volta raccolte le schede con le proposte, la scelta ricadde sul nome “Grignotto” con il richiamo al gruppo delle Grigne, con una preferenza di pochi voti rispetto a “Rampo”, incrocio fra Rambo e il cane Lampo di Pinocchio.

Dopo un impiego importante dell’iconografia “Mascotte + Marchio” degli anni ’80, Grignotto se ne sta tranquillo in Valsassina e, dopo alcune apparizioni sporadiche, ma di qualità, in vista del suo trentesimo compleanno, è diventato il protagonista di un volume di racconti natalizi per bambini.